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“ Papà, che cos’è il toro?”

“ Ho aspettato tanto questo giorno: vieni, ti racconto una storia leggendaria, a una condizione”.

“ Quale?”

“ Sei forte?”

“ Si, sono forte”.

“ Bene, sei pronto per seguirmi in questo viaggio”.

Cominciò tutto da qui, un momento che mi mise in contatto per la prima volta con una fede, un momento in cui decisi di intraprendere una sfida difficile che permise al toro di fare breccia nel mio cuore, di scorrere nelle mie vene, dipingendo il mio sangue di granata. Avevo 3 anni all’epoca, quando conobbi per la prima volta quella squadra che ai miei occhi appariva come un gruppo di ragazzi, spedito sulla Terra da un’entità superiore. 13 anni dopo, posso affermare che tutto quello che mi era stato detto da mio padre, da mio nonno e dai pochi tifosi con cui ho avuto il piacere di parlare alle stadio, è realtà: ๐—œ๐—น ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ผ è una religione, una passione che non si ferma al fischio dell’arbitro, una sinfonia che continua ad ammaliarci anche quando il pallone smette di rotolare sul campo… è una filosofia, da applicare nella vita di tutti i giorni, pulsante di insegnamenti. Ho imparato ad applicare questa filosofia nelle sfide che mi si pongono davanti, quando le spine appuntite delle piante crescono incolte lungo il mio sentiero. ๐—œ๐—น ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ผ è vittoria e sconfitta, è luce e buio, è amore e odio, è pace e guerra, lacrime di gioia e di tristezza…๐—ถ๐—น ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ผ è una metafora della Vita. I tifosi delle altre squadre non potranno mai provare quello che prova un tifoso del toro, credetemi: emozioni contrastanti degne di un giallo di Agatha Christie, tachicardie che sono paragonabili a quelle che si hanno quando vediamo la persona che ci piace. Parlo di quelle emozioni che ho provato quando mi scambiarono per un giocatore del toro in giro per Torino; di quando in gita scolastica in Sicilia incontrai una classe di soli tifosi granata, che mi ribadirono che “ Torino è toro”. La felicità per il derby vinto nel 2015, la magica notte di Bilbao che porterò sempre nel cuore, queste poche gioie che gli altri darebbero per scontate, rendono i ricordi ancora più dolci. È vero, non siamo più quella squadra di Dèi che conquistò il mondo nello scorso secolo, non siamo più la squadra che arrivò quasi a vincere una Coppa Uefa contro l’Ajax, guidata da Mondonico, che manifestò tutta la sua rabbia per quella finale persa, alzando una sedia al cielo di Amsterdam.

Spesso, purtroppo, il fato si è rivelato beffardo con il toro, troppo cattivo per essere vero, troppo ingiusto: su tutti, in quel maledetto giorno di pioggia del maggio del ’49, quando quell’entità superiore che aveva mandato in Terra gli Dèi granata, decise di riprenderseli, di strapparci quella squadra che aveva vinto tutto in questo mondo. La leggenda narra che la scelta fu la loro, quella di andare a giocare a calcio con le divinità dell’Olimpo, perché da noi non c’era più nessuno da battere. Mio nonno mi ha raccontato di quel giorno, di quelli successivi, dell’aria vuota che si respirava in Italia dopo quella tragedia, che ha cambiato per sempre la storia del Torino Fc, del calcio e di una nazione intera, che vedeva quei ragazzi come simbolo di onnipotenza. ๐—œ๐—น ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ผ è rinascita, dimostra che quando si tocca il fondo, c’è sempre la risalita, c’è sempre quel desiderio di rivincita, che deve essere la miccia da detonare per raggiungere i nostri sogni. ๐—œ๐—น ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ผ è quel cuore inarrestabile che batte nel nostro petto quando siamo innamorati, quella foga di cui necessitiamo, quando c’è bisogno di combattere. ๐—œ๐—น ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ผ è speranza, la speranza che per me è certezza, che un giorno, più o meno lontano, torneremo a essere ciò che siamo stati: quando finalmente capitan Valentino potrà tornare a essere orgoglioso della sua squadra, mentre lui e la sua compagnia di divinità continuano a giocare nel campo del cielo blu, ๐—ถ๐—ป๐˜ƒ๐—ถ๐—ป๐—ฐ๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ถ, ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ.

๐‘ป๐’†๐’”๐’•๐’ ๐’๐’๐’ ๐’…๐’†๐’…๐’Š๐’„๐’‚๐’•๐’ " ๐’”๐’๐’๐’•๐’‚๐’๐’•๐’ " ๐’‚๐’ ๐’•๐’๐’“๐’ ๐’†๐’… ๐’‚๐’Š ๐’”๐’–๐’๐’Š ๐’•๐’Š๐’‡๐’๐’”๐’Š.      ๐‘ป๐’†๐’”๐’•๐’ ๐’”๐’„๐’“๐’Š๐’•๐’•๐’ ๐’„๐’๐’ ๐’Š๐’ ๐’„๐’–๐’๐’“๐’†. ๐‘ซ๐’†๐’…๐’Š๐’„๐’‚๐’•๐’ ๐’‚ ๐’„๐’‰๐’Š ๐’‰๐’‚ ๐’„๐’–๐’๐’“๐’†.

                                                   ๐“ก๐“ฒ๐“ฌ๐“ฌ๐“ช๐“ป๐“ญ๐“ธ ๐““๐“ฎ๐“ต๐“ต'๐“ค๐“ธ๐“ถ๐“ธ ๐““'๐“๐“ป๐“ถ๐“ฎ 

 

 

 

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