"Alla mia alta immaginazione qui mancarono le forze; ma ormai l'amore divino, che muove il Sole e le altre stelle, volgeva il mio desiderio e la mia volontà, come una ruota che è mossa in modo uniforme e regolare".
Così termina il percorso di redenzione di Dante, iniziato con il suo viaggio mistico nella Selva Oscura dell'Inferno: un viaggio arduo, pieno di insidie, che lo portò ad estirpare tutti i suoi peccati, conducendolo alla luce eterna del Paradiso.
La mia domanda ora è: cosa succederebbe se nella nostra mente, noi comuni mortali, volessimo tornare nelle viscere dell'inferno e vivere il viaggio che Dante compì, seppur nella sua testa?
Ebbene, ritengo che l'immaginazione umana non abbia fine, quindi andiamolo a scoprire, tornando per un pò davanti a quella famosa porta: posso fin da subito notare una differenza, la frase incisa è cambiata, non c'è più la scritta:" Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate".
Rimango scioccato e commosso nel leggere la "nuova frase": " Luogo in cui un uomo non ha lasciato ogni speranza, insegnando agli esseri umani cos'è la redenzione". La prima cosa che noto subito dopo, è che ora c'è un lucchetto asserragliato su quella porta, impossibile da rompere. L'inferno si è chiuso.
Torno allora sui miei passi e cerco di riflettere su quello che ho appena visto. Nel mentre, mi sembra che quella Selva Oscura, descritta da Dante come " selvaggia, aspra e forte", stia cominciando a diventare sempre più splendente e luminosa. Ed ecco che nel pieno del bagliore posso finalmente distinguere una scala...la Selva è mutata, l'oscurità è stata travolta dalla forza della luce. Sono in paradiso. Vedo Beatrice avvolta da una nuvola di fiori, un angelo travestito da donna. Vedo al suo fianco una figura e riconosco quel naso appuntito che voleva dire solo una cosa: davanti a me ci sono Dante con la sua Beatrice, finalmente insieme tra gli angeli del Paradiso.
Mi dicono all'unisono con un tuonante tono rassicurante:" Torna al Purgatorio, la redenzione richiede tempo e molta fatica".
In un attimo, senza neanche il tempo di realizzare, mi ritrovo di nuovo sulla Terra e capisco ciò che quelle parole volevano dire: la Terra, il mondo, la Vita è il Purgatorio. La via di mezzo nella quale viviamo, dove dobbiamo decidere tramite le nostre azioni se lasciarci trascinare nei bassifondi dell'Inferno o elevarci all'infinità del Paradiso. Il mondo diviso tra bene e male, con noi esseri umani che abbiamo il compito di trovare noi stessi, nella nostra completezza, perché ognuno di noi è completo a modo suo...basta solo scoprirlo!
In fondo il Sommo poeta ci ha insegnato questo con il suo viaggio: sognare sempre in grande, combattere le nostre paure e guardare oltre alla nostra realtà.
"Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza".
In questo testo ho voluto sviscerare tutta la potenza filosofica della Divina Commedia, ripercorrendo in chiave personale il viaggio di Dante verso la redenzione, in quello che può quasi sembrare un "sequel" del massimo capolavoro del Sommo Poeta.
L'immaginazione e la fantasia sono forze presenti in tutti noi. Sfruttiamole, per sognare sempre in grande.
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