E se tutto iniziasse nel buio?
Non nei riflettori, non negli applausi, non negli sguardi di chi giudica.
Ma nel punto più umile e dimenticato di un’esistenza qualunque.
Un vicolo, una stanza spoglia, una pagina bianca.
E se fosse proprio lì, dove nessuno guarda, che nasce chi decide di diventare qualcuno?
Lui, il protagonista, non aveva un nome che la gente ricordasse.
Camminava come tutti, parlava poco, ascoltava molto.
Si diceva che venisse da lontano, o forse da vicino: nessuno lo sapeva davvero.
L’unica certezza era lo sguardo.
Uno sguardo che non chiedeva mai “perché io?”, ma sempre e soltanto “perché non io?”.
Ogni mattina si svegliava prima dell’alba.
Non perché dovesse, ma perché voleva.
Aveva imparato che il mondo appartiene a chi si alza quando gli altri dormono, e a chi lotta quando gli altri rinunciano.
Portava sulle spalle un passato che non aveva pietà, ma lo portava dritto, senza tremare:
gli era stato insegnato che il valore non nasce dalle circostanze, ma da come si decide di affrontarle.
Quando lo vedevano passare, molti pensavano:
“Non diventerà mai nulla.”
Eppure lui non ascoltava.
Aveva scelto come compagni soltanto il silenzio, la disciplina e la pazienza.
Le cose che, da sempre, forgiano gli uomini veri.
Era cresciuto osservando altri fallire.
Cadere.
Fuggire.
E ogni volta che qualcuno diceva “Non ce la farò”, lui si ripeteva:
“E se invece ce la facessi?
E se ciò che sembra impossibile fosse solo quello che nessuno ha ancora avuto il coraggio di tentare?”
Questa domanda lo seguiva come un’ombra buona, una fiaccola sempre accesa.
Giorno dopo giorno, passo dopo passo, avanzò.
Non verso il successo immediato, che i deboli pretendono, ma verso la costruzione lenta, solida, concreta.
Quella che dura.
C’era chi rideva alle sue spalle.
Chi lo considerava un illuso.
Chi diceva che il mondo non cambia, e che chi è nato in basso lì deve restare.
Ma lui, con la calma delle cose antiche, restava in silenzio, e continuava.
Perché sapeva che la storia non ricorda chi giudica.
Ricorda chi resiste.
E così, un giorno, senza rumore, senza fanfare, senza un pubblico ad applaudire, arrivò dove nessuno gli aveva mai concesso di arrivare.
Non per destino.
Non per fortuna.
Ma perché aveva avuto l’audacia di porsi la domanda che tutti evitano: “E se provassi davvero?”
Allora la gente iniziò a chiedersi chi fosse.
Da dove venisse.
Come avesse fatto.
Ma lui non rispose mai.
Perché la sua vita stessa era la risposta.
Tutti possiamo essere come lui.
E quando gli chiesero di spiegare il suo segreto, disse soltanto:
“Non è un segreto. È una scelta.
E se iniziassi anche tu?”
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